Osservatorio sul Grappa. Nella valle di Seren del Grappa, in un luogo privilegiato per l’osservazione dei campi di battaglia in località Pian della Chiesa, sorge l’Osservatorio sul Grappa, sede, durante la Grande Guerra, del comando austro-ungarico (in un edificio precedentemente adibito a scuola). Da qui si vedono le linee del fronte dal Peurna, al Fontanasecca e proseguendo poi i Solaroli, il Col dell’Orso, il Col del Cuc, e Porcelletto. Dall’osservatorio e da Ponte Avien quota 433, partivano numerose teleferiche e un grande acquedotto, che era in grado di alimentare anche il campo posto sul monte Fontanasecca, a quota 1600 metri, pompando l’acqua con il supporto di cinque stazioni intermedie dislocate sul crinale carsico della montagna.
Nell’edificio di proprietà del comune di Seren del Grappa si trova ora un punto informativo con annesso ufficio e spazio polifunzionale. Nel corso degli anni l’edificio è stato abbandonato a se stesso, subendo un forte degrado. Dato però il ruolo decisivo che i monti Solaroli e le cime antistanti il Grappa hanno rivestito nell’ultimo anno di guerra, il Museo diffuso del Grappa ha pensato di avviare la ristrutturazione del fabbricato, razionalizzando alcuni spazi interni e dotando l’edificio di impianti tecnologici adeguati. L’Osservatorio mette a disposizione dei visitatori una buona quantità di materiale informativo – didattico sulla Grande Guerra e una raccolta fotografica. All’esterno dell’edificio è stato creato un marciapiede e , sul retro, un punto di osservazione. Qui, grazie all’ausilio di alcuni binocoli posti sopra un muretto ricoperto di rame, è possibile osservare alcuni dei luoghi del Grappa di maggiore interesse storico. Ogni cannocchiale è orientato verso un preciso luogo e l’osservazione è corredata da descrizioni e informazioni riportate su una targa di ottone posta alla base del binocolo.
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Postazioni di artiglieria di Col Andreon. Da Camposolagna (albergo, bar, Casa Parco) scendere la rampa per la strada verso cima Grappa per qualche centinaio di metri (poco prima dello slargo con parcheggi e cartelli didattici dove si dirama la stradina per Col Campeggia), dove si trova sulla sinistra una stradina che sale a delle casette.
Seguire la stradina fino alla casara Col Andreon . Lungo il percorso si trovano numerose tracce di trincee restaurate. Attorno alla casera un vasto sistema di trincee e postazioni con pannelli didattici, un vero e proprio museo all'aperto riguardante la grande guerra .
L'associazione “Musei all'aperto”, dopo la scoperta di una galleria, che ospitò il comando e il gruppo telefoni del 38° Artiglieria obici pesanti campali si attivò operosamente con l'intento di ripristinare trincee e siti allestiti e occupati nella zona dalle truppe italiane durante la Grande Guerra.
L'area adiacente la Casera Andreon, dove era il comando del 38° Artiglieria inquadrato nella 17ª Divisione. Il recupero ha interessava tre piazzole, due adibite a postazioni di obici e una a ricovero della truppa, una postazione di mitragliatrice, una postazione di mitragliatrice e antiaerea, trincee e camminamenti di collegamento e altre postazioni per cannoni campali e obici verso Col del Gallo.
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Col Campeggia gallerie e postazioni. Col Campeggia, posto a quota 1100 m sulle ultime propaggini a sud ovest del massiccio, in vicinanza della Strada Cadorna e sopra la valle di Santa Felicità, assunse un ruolo logistico molto importante durante il primo conflitto mondiale. Venne realizzata per il trasporto dei materiali una ferrovia a scartamento ridotto da Bassano a Santa Felicità, e da qui partivano due teleferiche e una condotta idrica che raggiungevano Campeggia. Dal Col Campeggia partivano a sua volta due teleferiche dirette una a Monte Oro e l' altra al Monte Asolone.
Col Campeggia, nelle posizioni defilate dal tiro nemico, fu dotato di ricoveri per le truppe e materiali, venne inoltre munito di un sistema fortificato a guardia e protezione della sottostante valle. Fu sede di Comando Tattico del IX Corpo d'Armata, dagli osservatori a pozzo con vista su Monte Asolone e Colli Alti, collegati da un efficiente sistema di gallerie e camminamenti, venivano diretti sia il tiro delle artiglierie, poste sui vicini Col Averto e Malga Andreon, sia le operazioni delle Brigate Basilicata e Abruzzi operanti in questo settore.
Sul terreno risultano tuttora evidenti i resti degli acquartieramenti ricavati contro roccia negli slarghi della strada militare e ancor meglio i rifugi incavernati.
Dopo aver girato la curva davanti la valle e presa la direzione nord, si incontrano gli slarghi dove erano presenti baraccamenti e ricoveri in pietra e le prime delle nove gallerie che completavano il sistema. Dopo una paio di gallerie a ferro di cavallo, e al termine degli acquartieramenti esterni (baracche e ricoveri), parte una galleria in salita e lunga 35 metri, scavata nella roccia di rosso ammonitico, e dotata di una lunga scalinata incisa nella roccia che conduce a un pozzo di risalita (osservatorio) posto altre il versante. La scalinata è dotata di un corrimano di corda metallica e il pozzo si può risalire con una scala di ferro. Un sentiero nel bosco in leggera discesa ci porta, tenendo sempre la destra, al sentiero principale che avevamo lasciato all'ingresso. Si percorre ora una scalinata in discesa e lasciando alla sinistra due ulteriori ingressi di gallerie di modesta importanza, sotto a una poderosa roccia strapiombante troviamo l'ingresso di una galleria, riconoscibile dai resti di una garrita in calcestruzzo. La galleria, la più articolata e lunga una settantina di metri, fu prevista per la protezione delle truppe durante i bombardamenti. Dopo l'ingresso sotto roccia, si snoda con una serie di allargamenti per gli acquartieramenti. Pregevole è la fattura del muro in pietra, posto all'interno e a destra del corridoio principale, e perfettamente conservato. Curiosi anche i sacchi di cemento pietrificati, con la forma della schiena del mulo, all'ingresso dell'arteria franata a sinistra. La galleria termina dopo breve scalinata con un osservatorio a finestra al cui ingresso è leggibile il graffito con la data riportata dai costruttori "23/08/1918". Dal sentiero uscente dalla precedente galleria si snoda un breve percorso che porta a due osservatori recuperati e all'ingresso di un'altra caverna che corre sovrapposta alla precedente lunga una trentina di metri e terminante con un pozzo osservatorio. Più a valle si percorre un tratto di trincea coperta che alla fine si snoda lungo tratti di trincea fino alla valle del Campo. Successivamente per facile sentiero si riguadagna quota fino ad arrivare alla rotabile che conduce in Busa di Campeggia, si attraversa la strada utilizzando un pregevole ponte in legno costruito dalla Protezione Civile di Romano d'Ezzelino e continuando per evidente sentiero si raggiungono i resti di un' importante cisterna d'acqua potabile. Sempre poi per sentiero in breve si raggiunge il punto di partenza completando l'escursione.
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IL PERCORSO “DELLA MEMORIA” Il percorso “della memoria” è stato voluto, qui sul Monte Palon, dal Gruppo Alpini Possagno per ricordare e onorare la memoria di quanti su queste cime del massiccio del Grappa hanno combattuto, hanno sofferto e sono caduti nei tragici eventi della Prima Guerra Mondiale e per riaffermare, soprattutto per le giovani generazioni, il valore primario della pace e della fratellanza tra i popoli.
Il recupero ha interessato il tratto che dal rifugio porta alla cima del Monte Palon da quota 1205m s.l.m. a quota 1306m s.l.m. con la riapertura di 1000m di trincee, 300m di gallerie e la sistemazione di alcuni baraccamenti e appostamenti.
Alpini, Amici degli Alpini, appassionati provenienti, oltre dal Gruppo Alpini di Possagno, anche da altri Gruppi e sezioni Alpine e da altri Enti e Associazioni hanno dato il loro generoso apporto sia in ore di lavoro (oltre 15.000 ore di volontariato) che in contributo economico (più di E100.000) e con essi anche gli ultimi muli provenienti dai reparti Alpini e ancora in attività, simboli di tenacia e attaccamento al dovere di quel binomio inscindibile costituito dall’Alpino e dal mulo. Visitate questi luoghi con amore e rispetto memori di quanti hanno combattuto e sono morti per un ideale di patria, di fratellanza e di pace per dare a noi un futuro migliore.
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Ardosa e Ardosetta. In località Ardosa - Ardosetta i baraccamenti dimostrano come il luogo fosse fondamentale come supporto logistico alle linee anche in considerazione del fatto che nelle vicinanze vi era il punto di arrivo di una grande teleferica.
I lavori di recupero hanno interessato una costruzione che probabilmente era adibita a posto di controllo interamente ricostruita e arredata, un alloggio più grande (ricostruzione di parte delle pareti laterali, lo sgombero di adiacente galleria che veniva usata quale rifugio e deposito materiali e l'apertura di parte di un lunghissimo camminamento riparato in trincea che collegava il sito direttamente a Cima Grappa.
Dalle foto pubblicate si vede benissimo la ferita creata dal camminamento che segue gli avvallamenti e prosegue ininterrotta sino a Cima Grappa. Il sito era fortemente popolato durante le fasi della guerra, si vedono dappertutto terrazzamenti nel terreno, tali terrazzamenti erano stati fatti per permettere la costruzione di alloggi per la truppa, posti comando e magazzini.
Queste sito era particolarmente importante in quanto nelle vicinanze era presente una grande teleferica che riforniva continuamente le truppe combattenti a Cima Grappa ed evacuava i feriti verso gli ospedali situati in pianura.
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Comando Austriaco in Val Schievenin. Un tempo scuola elementare, l’edificio di val di Schievenin (nel comune di Quero) fu occupato nel 1917 dal battaglione da montagna del Wurttemberg, comandato dal maggiore Sprösser. L’obiettivo delle truppe tedesche era quello di conquistare le cime che sovrastavano l’abitato di Schievenin, in modo tale da aprirsi una strada verso i monti Solaroli e il Monte Grappa. Da questa posizione si potevano osservare facilmente i campi di battaglia di Rocca Cisa, del monte Valderoa, di Valdumella, del monte Fontanasecca e del col Dell’Orso.
Presa di mira più volte dai bombardamenti italiani, la zona era un punto strategico importante da cui si potevano organizzare offensive sui fianchi delle linee italiane. Il comando di Schievenin fu inoltre il principale punto di partenza per il vettovagliamento delle truppe tedesche. Cibo, acqua e munizioni venivano portati nei campi allestiti sulle montagne attraverso l'ausilio di numerose teleferiche.
All'interno dello stesso edificio fu anche organizzato un ospedale militare e sempre qui, il 13 dicembre 1917, il tenente Erwin Rimmel fu decorato con una medaglia al merito, conferitagli direttamente dall'imperatore Guglielmo II.
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Percorso storico Merlo Carpanè. Il percorso consente di visitare alcuni siti della Prima Guerra Mondiale recentemente recuperati a opera dell'amministrazione comunale, esistenti sull'asse dei sentieri Cai 36 e 35 che salgono rispettivamente dalla contrada Merlo e da Carpanè. Il percorso ad anello parte dalla località Merlo e segue la mulattiera lastricata che risale la valle omonima. Già dopo pochi minuti di cammino una prima serie di gallerie collegate tra loro, con diramazioni laterali, finestre, feritoie e punti di osservazione, sorprende per imponenza e lunghezza. Più in alto alla quota di m. 350, sul crinale della montagna trapassato da altre gallerie e percorso da trincee, una postazione di artiglieria è stata attrezzata a punto di osservazione con indicazione a giro d'orizzonte di monti e località. Nelle vicinanze una baracca in pietrame a secco, ottimamente sistemata, funge da ricovero d'emergenza. Passando da casara Praventor e attraversato un sentiero di mezza costa totalmente rifatto, il percorso dei siti di guerra si sposta sul sentiero 35 per raggiungere il Col di Costa Alta a 634 m .
Anche qui gallerie e trincee e altre opere belliche a testimonianza della grande importanza di questo crinale per il controllo della Valbrenta e della Val Frenzela. La discesa a Carpanè utilizzando ancora vecchie strade militari, permette di imboccare la nuova via ciclo pedonale a monte della ferrovia, che porta alla contrada Merlo chiudendo il percorso ad anello. Il tragitto può essere effettuato nei due sensi.
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Trincee e postazioni Meatte - Boccaor. In località Meatte-Boccaor, percorrendo la trincea si può scorgere il crinale dove si estendeva la prima linea, questa trincea posta sulla sommità del Boccaor era stata predisposta nel caso fosse stata superata la prima linea per essere trasformava immediatamente in campo di battaglia.
Consigliamo all'eventuale turista di parcheggiare in località Pian della Bala, sotto la Val Vecia che scende da cima grappa. Proseguire poi sulla mulattiera di arroccamento costruita dalle truppe italiane per rifornire le truppe di prima linea e avere un valido punto di appoggio per costruire teleferiche utilizzate per il rifornimento delle truppe e il trasferimento dei feriti in fondo valle e verso la pianura. Proseguire quindi per questa mulattiera parzialmente scavata sulla roccia, il percorso è altamente panoramico e a volte esposto.
Nei tratti più pericolosi è stato predisposto un cavo d'acciaio di protezione, procedendo quindi con attenzione si passa sotto il ponte tibetano costruito come punto terminale della ferrata Sas Brusai che sale da San Liberale. Dopo circa 200 metri si arriva a una forcella presso un serbatoio d'acqua sempre costruito durante la prima guerra mondiale. A questo punto si trova cartello che indica l'inizio della trincea del Boccaor. Salire quindi percorrendo la trincea che ci porterà sulla cima del Boccaor, per poi scendere sempre dentro la trincea fino alla strada delle malghe al Pian della Bala.
Il percorso è molto bello e affascinante, consigliamo al turista di fare attenzione in quanto lungo il percorso si possono vedere anche dei caprioli. Nelle trincee si possono vedere gli scalini attrezzati per l'osservazione, le postazioni di mitragliatrice e delle postazioni di cannoni, qualche galleria adibita a magazzino e a rifugio.
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Castel Cesil. A Castel Cesil (Cavaso del Tomba), l´eliminazione degli arbusti ha reso accessibili itinerari pedonali, la rimozione delle pietre ha aperto il passaggio nelle trincee che sono state anche sagomate. L´intervento si è rivolto inoltre sul recupero di ruderi e antiche postazioni e al consolidamento di tratti di galleria.
Sono state aperti tratti di trincea ed è stata ripristinata un bellissimo posto di osservazione in galleria. Nel sito ci sono parecchie altre gallerie che non sono state sistemate, consigliamo attenzione e l'utilizzo di caschetto di protezione e pile elettriche per accedervi. La visita a queste gallerie è sicuramente pericolosa e quindi ne sconsigliamo l'accesso ai turisti. Questa linea difensiva collegava il Monte Tomba al Palon.
MUSEO DIFFUSO DEL GRAPPA DAL BRENTA AL PIAVE
I lavori sono stati resi possibili grazie al Programma di Iniziativa Comunitaria Interreg III A Italia–Austria 2000–2006 il quale aveva come obiettivo il recupero delle opere risalenti alla Grande Guerra. Gli interventi hanno interessato 5 località: S. Sebastiano in comune di Pederobba, Castel Cesil in comune di Cavaso del Tomba, Monte Palon in comune di Possagno, Meatte - Boccaor in comune di Paderno del Grappa e Ardosa - Ardosetta in comune di Crespano del Grappa. Diversa è stata la tipologia dei lavori svolti, sempre cercando di rispettare l'originario stato delle opere. Ecco quindi la galleria in località S. Sebastiano che fungeva, come tutta la linea sul Monfenera, da porta di sbarramento all'invasione della pianura veneta; così come in località Castel Cesil e Monte Palon (dove preziosa è stata la collaborazione del locale Gruppo Alpini) le postazioni di artiglieria, mitragliatrici e fucilieri, dimostrano come fossero dei punti di fondamentale importanza strategica nel localizzare e respingere gli assalti del nemico. In località Meatte-Boccaor invece, percorrendo la trincea si può scorgere il crinale dove si estendeva la prima linea che nel caso fosse stata superata trasformava immediatamente l'itinerario percorso in campo di battaglia. Infine in località Ardosa-Ardosetta i baraccamenti dimostrano come il luogo fosse fondamentale come supporto logistico alle linee anche in considerazione del fatto che nelle vicinanze vi era il punto di arrivo di una grande teleferica.
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Sul fianco destro della Caserma Milano si trova l’ingresso della Galleria Vittorio Emanuele III, in origine la Caserma e la galleria erano comunicanti per mezzo di un cunicolo interno che permetteva il passaggio in tutta sicurezza delle truppe e del personale.
La costruzione della galleria rappresentava quindi un fattore determinante nel tentativo di arrestare l’avanzata Austro Ungarica, la sua costruzione iniziò nel novembre 1917 sul progetto del Colonnello Nicola Gavotti, ufficiale del Genio Militare. Si trattò di un’opera di fortificazione veramente grandiosa, con il suo sviluppo di 5 chilometri interamente in galleria. E’ strutturata su di un corridoio principale, lungo circa 1,5 chilometri, da cui si dipartono numerosi corridoi laterali destinati a ospitare bocche di artiglieria, osservatori e postazioni per mitragliatrici. La galleria, ricavata al di sotto della Cima Grappa, è alta mt. 3 e larga da 1.80 a 2.50 - fu necessario asportare circa 40.000 mt cubi di roccia impiegando 24 perforatrici meccaniche.
Per facilitare eventuali azioni offensive vennero ricavati diversi corridoi di sbocco, attraverso i quali le truppe potevano raggiungere l’esterno con notevole effetto sorpresa, e in tutta sicurezza. La sua costruzione fu portata a termine a tempo di record, e a pieno regime vi potevano essere ospitati 15.000 uomini, dotati di tutti gli apparati tecnici e logistici, oltre a 72 cannoni e circa 70 mitragliatrici in grado di far fuoco su entrambi i versanti della Cima.
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Monte Tomba. Il monte non è altro che un vulcano in azione: fumo e fiamme, una tempesta di piombo si scatena tutt'intorno.
Nel novembre del 1917 il monte che domina la conca di Alano fu scenario di infernali bombardamenti. La fanteria austro-tedesca riuscì a occupare la cresta, grazie all'impeto del giovane tenente Irwin Rimmel, che nel secondo conflitto mondiale combatterà in Africa meritando il soprannome di “Volte del deserto”. Un mese dopo il costone fu ripreso dai francesi, nostri alleati. I “Chasseur des Alpes” a prezzo di grandi sacrifici. In un paesaggio di distese verdi, sono ben distinguibili i crateri di scoppio delle bombe e i resti dei trinceramenti.
BREVE STORIA DELLE BATTAGLIE DEL TOMBA
Dopo la disfatta di Caporetto (24 ottobre 1917) l'arretramento delle truppe italiane sulla linea difensiva del Monte Grappa e del fiume Piave porta la dorsale del Monte Tomba e della Monfenèra in condizione di prima linea.Alle ore 1.30 del 17 novembre 1917, un battaglione d'assalto austriaco espugna la località di Quero e poi la posizione viene consolidata dal grosso degli Jäger della 50ª divisione. Alle ore 8.00 viene occupata Rocca Cisa e 2400 prigionieri italiani cadono in mano alle fanterie della Bosnia-Erzegòvina e austro-tedesche.
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